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L’inflazione mette pressione alla BoE e spinge la sterlina

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L’ufficio di statistica ha segnalato un balzo al 11,1%, rispetto al 10,7% che era previsto. Il dato raggiunge così il nuovo massimo da ben 41 anni

È stata una giornata intensa per la sterlina britannica, che ha oscillato attorno ai massimi di 3 mesi su quota 119 rispetto al Dollaro ().

La valuta britannica ha risentito inizialmente degli ultimi dati sull’inflazione del Regno Unito che sono stati superiori alle previsioni. L’ufficio di statistica ha infatti segnalato un balzo al 11,1%, rispetto al 10,7% che era previsto. Il dato raggiunge così il nuovo massimo da ben 41 anni.


Altri dati interessanti erano stati rilasciati ieri riguardo al mercato del lavoro, e tutto questo ha ulteriormente alimentato le pressioni sulla Bank of England affinché continui ad alzare i tassi per domare l’inflazione, nonostante i forti segnali di recessione economica.
Ad inizio mese l’istituto centrale ha già affermato che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti del costo del denaro, anche se fino a un livello inferiore rispetto a quanto previsto finora.


La sterlina ha così guadagnato terreno rispetto al Dollaro (), spingendosi fino a 1,19 in prossimità dei massimi da fine agosto.
Va detto però che sul rapporto incide soprattutto la fase di debolezza del dollaro, che ha fatto seguito al rilascio dei dati sull’inflazione americano settimana scorsa. Essendo stati minori delle previsioni, hanno aumentato le possibilità che la Fed assuma un atteggiamento più morbido sul fronte della politica monetaria.

Nel frattempo cresce l’attesa per il nuovo piano fiscale che il ministro Jeremy Hunt svelerà giovedì. Il programma dovrebbe includere circa 60 miliardi gli aumenti fiscali e tagli di spesa per consentire al Regno Unito di risanare le finanze pubbliche e ripristinare la sua credibilità finanziaria.

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