Per il petrolio si è chiusa una delle settimane peggiori degli ultimi tempi, con un calo che si è avvicinato al 10%.
Il prezzo del è sceso sugli 80 dollari al barile, dopo essere scivolato fino a quota 78 (il minimo dal 28 settembre). Il è sceso sotto 88 USD.
Sul mercato pesa soprattutto la prospettiva di indebolimento della domanda, a causa degli scenari recessivi che si avvicinano sempre di più.
Questo timore è nuovamente aumentato dopo che i mercati hanno compreso che l’atteggiamento delle banche centrali,a partire dalla FED, non è orientato verso una forte frenata nel ciclo di inasprimento monetario.
Inoltre la nuova fiammata di Covid in Cina ha infranto le speranze di riapertura, offuscando le prospettive della domanda nel principale importatore mondiale di greggio.
I timori dal lato della domanda hanno oscurato le preoccupazioni dal lato dell’offerta, che rimane incerta e debole in vista dell’inverno.
L’Unione Europea si avvia a vietare i flussi di greggio russo a partire da dicembre, mentre l’OPEC dovrebbe mantenere i mercati del petrolio tesi con il taglio alla produzione.