Comincia all’insegna della debolezza la settimana dello Yuan cinese, che dopo i recenti guadagni torna a perdere quota rispetto al Dollaro ().
A pesare sull’andamento della valuta di Pechino sono due fattori.
Il primo riguarda la lotta al Covid. Il numero di contagi è tornato a crescere, e dopo sei mesi c’è stato anche il primo decesso provocato dal virus.
Questi episodi fanno temere che le autorità sanitarie possano nuovamente rafforzare le misure di controllo – recentemente allentate – per arginare la diffusione dei contagi.
Lo yuan soffre anche l’ultima decisione della People’s Bank of China, che ha deciso per il terzo mese consecutivo di mantenere invariato il Loan Prime Rate (che è stato tagliato l’ultima volta ad agosto per sostenere l’economia). Il tasso sui prestiti alle imprese e alle famiglie rimane al 3,65%, mentre il tasso quinquennale, riferimento per i mutui, è stato mantenuto al 4,3%.
L’atteggiamento accomodante della banca centrale cinese rischia di ampliare ulteriormente la divergenza rispetto alle principali banche centrali, a cominciare dalla Federal Reserve. Questo avrebbe inevitabili conseguenze sull’afflusso di capitali nel Paese.
Si tratta comunque di una mossa prevista, dopo che all’inizio del mese la Banca Centrale aveva lasciato invariato il suo tasso di prestito a medio termine (MLF).
Lo Yuan si è così indebolito rispetto al Dollaro. Il cambio si è riavvicinato a quota 7,20 allontanandosi dai minimi di 6 settimane che erano stati raggiunti a metà novembre. Il prezzo sta adesso testando il lato superiore del canale discendente che è comparso all’inizio del mese.