Il Consiglio direttivo della BCE ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base durante l’ultima riunione di politica monetaria del 2022. Si tratta del quarto aumento dei tassi, due dei quali di 75 punti base.
Ciò porta il costo del denaro al 2%, il tasso di rifinanziamento al 2,5% e il prestito marginale al 2,75%, un livello che non si vedeva da quattordici anni.
Ma la BCE non intende fermarsi. I policy makers infatti precisano che “i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante, per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine“.
Questo si giusfitica con la sostanziale revisione al rialzo delle prospettive di inflazione. Le BCE infatti ritiene che l’inflazione media dovrebbe raggiungere l’8,4% nel 2022 prima di scendere al 6,3% nel 2023. L’inflazione dovrebbe quindi raggiungere una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025.
Dopo il meeting della BCE, il cambio è salito a 1,07, il massimo dall’inizio di giugno.
Sul fronte del PIL, l’economia dell’area dell’euro potrebbe contrarsi nel trimestre in corso e nel prossimo trimestre, a causa della crisi energetica, dell’elevata incertezza, dell’indebolimento dell’attività economica globale e delle condizioni di finanziamento più restrittive. Nel complesso, la banca centrale vede ora l’economia crescere del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025.