Le rinnovate preoccupazioni sui tassi di interesse negli Stati Uniti tengono sotto scacco gli investitori di criptovalute in questo scorcio di 2022.
Nuovi dati economici dagli Stati Uniti segnalano che l’economia può mantenere la sua solidità, nonostante i timori di inflazione e recessione.
Di conseguenza, il prezzo di è ancora fermo verso la soglia psicologica di 17.000$, ed è quasi neutrale ormai da diverse settimane.
La lunga fase di range – come vediamo sulla piattaforma di investimento – adesso si arricchisce di un altro elemento: il transito della EMA50 in questa area.
Magari proprio l’attraversamento della media potrebbe dare un piccolo slancio al prezzo di , che comunque fino a che non ritornerà oltre 18mila non fornirà un segnale deciso di ripresa.
Sono lontanissimi i tempi in cui correva verso il massimo storico di 69 mila dollari, eppure era solo un annetto fa.
Non essendoci un appiglio dai dati macro, le criptovalute rimangono ancora congelate sui quei livelli raggiunti all’indomani del crack FTX.
La eco generata dal clamore mediatico ha spinto molti piccoli risparmiatori a vendere le loro quote in perdita, pur di rientrare in parte delle somme investite. La fiducia generale quindi è venuta meno. Ed è proprio questo che spaventa di più, perché una crisi di fiducia è difficile da superare (ad aggravare il quadro c’è pure la più recente bancarotta di Core Scientific, una delle più grandi società di estrazione di criptovalute quotate in borsa negli Stati Uniti).
Nel contesto in cui le banche centrali tengono alti i tassi di interesse, gli investitori preferiscono posizionare il denaro su prodotti ritenuti più sicuri e meno volatili delle crypto.
Questo clima freddo attorno alle crypto, sta riguardano tutte senza eccezioni.
Gli unici slanci dell’ultima settimana li hanno vissuti e (+7% settimanale).