Un altro record è stato infranto. La lira turca ha segnato un nuovo minimo storico di 18,86 contro il dollaro (USDTRY), a causa della ripresa del biglietto verde e dell’aumento dell’incertezza politica interna.
A maggio infatti ci saranno le elezioni presidenziali, che potrebbero avere un impatto sulla politica monetaria del paese. I sondaggi suggeriscono una corsa serrata per il presidente Erdogan, al potere da quasi due decenni e per nulla intenzionato a cederlo.
Ricordiamo che la CBRT è stata protagonista di un ciclo di tagli dei tassi per 1000 punti base da settembre 2021, sotto la pressione del presidente Erdogan per stimolare la crescita dell’industria e delle esportazioni.
Una mossa incoerente rispetto alla situazione dell’inflazione, che era arrivata a superare l’80%.
La banca centrale ha interrotto il ciclo di taglio dei tassi a dicembre, e da allora ha mantenuto invariato il tasso al 9%. Nel frattempo il tasso annuo di inflazione è sceso per il terzo mese consecutivo al 57,7% a gennaio, il livello più basso dal febbraio 2022.
Ma di questo scenario ha fatto le spese la Lira, che si è indebolita oltre il 40% lo scorso anno (dopo un calo del 77% nel 2021), e sta perdendo anche in questo inizio di 2023.
Il rendimento dei titoli di Stato turchi di riferimento a 10 anni è salito di quasi 100 punti base quest’anno, raggiungendo il massimo di due mesi del 10,8%.