Dopo alcune riunioni senza ritocchi al costo del denaro, la Banca centrale della Turchia ha tagliato il tasso di interesse di 50 punti base, portandolo all’8,5% nella riunione di febbraio.
Una mossa che fa proseguire la crisi della Lira, crollata del 55% dall’inizio del percorso di taglio dei tassi, per attestarsi ai minimi storici. Il cambio è salito a 18,9, segnando un nuovo record.
La volontà della CBRT è quella di allentare le condizioni finanziarie per consentire all’economia di rispondere al disastro del terremoto del paese, che ha causato danni spaventosi.
Il TCMB ha anche esteso le strategie anti-dollarizzazione per sostenere la valuta.
Quello odierno è stato il primo taglio dei tassi da novembre, che porta al 10,5% l’ammontare complessivo della sforbiciata avvenuta da settembre 2021, nonostante l’inflazione da record nel Paese. La corsa dei prezzi era arrivata all’86% in ottobre, poiché l’indebolimento della Lira ha reso carissimi i prezzi dell’energia internazionale che la Turchia deve importare.
Tuttavia l’inflazione è scesa al 58% in gennaio, ma la banca ha scartato la necessità di una politica restrittiva, affermando che il processo di disinflazione verso l’obiettivo del 5% dovrebbe iniziare con l’ulteriore attuazione di misure di litarizzazione che perseguono la stabilità della valuta e dei prezzi.