L’attesissimo rapporto sul lavoro non agricolo Usa (Non Farm Payrolls) evidenzia dati in chiaroscuro, tanto da lasciare aperti tutti i dubbi sulle prossime mosse della Fed riguardo ai tassi di interesse.
I posti creati sono risultati più delle attese: a febbraio +311mila contro attese di 225mila. Cosa che in teoria fornirebbe un assist alla FED per continuare ad essere aggressiva.
Ma dall’altra parte i salari sono saliti appena dello 0,2% (la crescita più piccola in un anno), meno dello 0,4% previsto. Questo dato viene visto dalla FED come un anticipatore delle future tendenze dei prezzi, ed essendo così basso segnala quindi minori pressioni inflazionistiche.
Il tasso di disoccupazione è salito oltre le stime, al 3,6%, due decimi di punto in più rispetto al mese precedente.
Dopo questi dati, il mercato sta valutando al 50% la possibilità che laFED aumenti i tassi di 25 o 50 punti base questo mese.
Il si è indebolito di oltre l’1%, cedendo parte dei guadagni conquistati nel resto della settimana, quando il dollaro aveva toccato il massimo di 3 mesi a 105,5 dopo che Powell aveva dichiarato che il livello finale dei tassi di interesse potrebbe essere più alto del previsto.
Il dollaro in discesa riporta l’euro a un cambio intorno a 1,065 (), con un guadagno di circa un punto percentuale.
Il quadro sta favorendo gli acquisti sull’obbligazionario, con i Terasury in grande spolvero e il decennale che vede un ribasso del rendimento al 3,69%.
A spingere gli acquisti sono le preoccupazioni per una recessione globale indotta dalla Fed e per la salute del settore bancario, dopo il crac SVB Financial Group.