Per la quarta riunione di fila, la Banca centrale russa ha mantenuto il tasso di interesse al 7,5%, in linea con le aspettative del mercato. Tuttavia l’istituto centrale ha avvertito che potrebbero verificarsi potenziali rialzi dei tassi, in caso di aumento delle aspettative inflazionistiche.
Secondo la CBR la crescita dei prezzi è rimasta moderata e i rischi di ulteriori pressioni inflazionistiche sono notevolmente diminuiti, tuttavia il rublo debole e il deficit di bilancio possono rappresentare una minaccia.
Il bilancio federale è salito a un livello record nei primi due mesi dell’anno, poiché i timori di recessione e le sanzioni occidentali hanno esercitato pressioni sui prezzi del petrolio degli Urali, limitando le entrate energetiche vitali per lo stato russo, oltre all’aumento dei livelli di spesa per finanziare l’invasione dell’Ucraina.
Mentre la banca centrale prevede che l’inflazione scenda temporaneamente al di sotto dell’obiettivo del 4% nel 2024 a causa degli elevati effetti dell’anno base, le pressioni inflazionistiche dovrebbero aumentare gradualmente e rimanere prevalenti nei prossimi anni.
La banca ha mantenuto la sua previsione di un’inflazione in calo al 5-7% nel 2023.
Dopo il meeting della banca centrale, il rublo russo si era raffrozato fino a 76 per USD, avvicinandosi ai livelli visti l’ultima volta nell’aprile 2022 per via del tono da falco della banca moscovita. Poi però ha lasciato parte dei guadagni, con il cambio USDRUB che è risalito oltre 77,00.