Si chiude una settimana molto complicata per il petrolio, sulla scia delle turbolenze bancarie che alimentano la paura che l’economia globale possa vivere una frenata della crescita.
Il è sceso a circa 66 dollari al barile, mentre il scivola a 72,5, attestandosi vicino ai livelli più bassi da dicembre 2021.
La paura è che il caos innescato da Silicon Valley Bank e proseguito con Credit Suisse possa generare un umore molto negativo nell’intera economia (si sente l’allerta “contagio”), con inevitabili conseguenze sulla domanda di petrolio.
Ecco perché e hanno accumulato una perdita di circa il 14% questa settimana, la peggiore di quest’anno.
Nel frattempo gli investitori osservano le mosse dell’OPEC+, visto che i rappresentanti dell’Arabia Saudita e della Russia starebbero discutonendo per adottare contromisure per promuovere l’equilibrio e la stabilità del mercato, nonostante l’ottimismo riguardo a un rimbalzo della domanda cinese.
Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha recentemente dichiarato che l’OPEC+ si atterrà ai tagli alla produzione concordati a ottobre fino alla fine dell’anno.