La paura di alimentare la crisi finanziaria scoppiata di recente è stata più forte della voglia di aggredire ancora l’inflazione (come aveva detto Powell appena un paio di settimane fa), e così la FED ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base.
Inoltre la Federal Reserve ha segnalato che le turbolenze del sistema bancario potrebbero spingerla ad anticipare la sua campagna di rialzo del costo del denaro.
Il nono aumento consecutivo dei tassi da parte della Fed porta il tasso di riferimento sui Fed Funds all’interno di un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, il livello più alto da settembre 2007.
Secondo le nuove proiezioni, 17 dei 18 membri si aspettano che il tasso sui Fed Funds salga almeno al 5,1% entro la fine dell’anno, il che implica un ulteriore aumento di un quarto di punto.
La banca centrale sottolinea che è ancora presto per dire se le recenti tensioni bancarie avranno un impatto forte sull’economia, ma precisa però che il sistema bancario statunitense è “solido e resistente“.
Il timore concreto è che i recenti sviluppi finiscano per inasprire le condizioni di credito per le famiglie e le imprese, ma di una entità incerta.
Dopo il meeting della FED, il dollaro perde terreno (per la quinta sessione consecutiva) nei confronti delle principali valute. Il scende sotto 102,5.
Il cambio balza oltre 1,085. Il dollaro/yen scende a 132,05. Si rafforzano anche sterlina () e dollaro canadese.
Intanto i Treasuries a 10 anni scendono al 3,5%, avvicinandosi al minimo infragiornaliero di sei mesi del 3,3% toccato lunedì.