Una serie di fattori ha indebolito il rublo russo sul mercato valutario, tanto che il cambio rispetto al dollaro (USDRUB) si aggira di nuovo sui massimi dall’aprile 2022, oltre quota 77.
Sulla valuta moscovita agisce l’impatto negativo del completamento dei pagamenti delle tasse di fine mese da parte degli esportatori. Normalmente questi ultimi convertono la valuta estera in rubli per pagare le tasse locali, e questo agisce positivamente (anche se in modo temporaneo).
Tuttavia su richiesta delle autorità, parte dei proventi delle esportazioni sono state lasciate in valuta straniera (solo quelle dei paesi “amici”). Pertanto, nonostante ci sia stato un surplus commerciale, questo non ha fornito grande supporto al rublo.
Inoltre gli ultimi dati hanno mostrato che il PIL della Russia è diminuito del 3,1% a febbraio, dopo una contrazione del 3,2% di gennaio. Crescono i timori di recessione, anche per l’aumento dei livelli di spesa necessaria finanziare l’invasione dell’Ucraina e per gli effetti delle sanzioni occidentali.
Al Rublo non è riuscito a dare grande sostegno neppure l’aumento del Brent, fulcro delle esportazioni russe, che è salito oltre 79 dollari al barile.