La sorpresa nell’uovo di Pasqua la mette la Reserve Bank of New Zealand, che decide di alzare i tasti di interesse di 50 punti base portando il costo del denaro al 5,25%, livello che non si vedeva dal 2008.
I mercati si aspettavano al massimo una stretta di 25 punti base, mentre l’istituto centrale ha voluto sottolineare ancora l’importanza di combattere l’elevata inflazione, mentre l’occupazione all’interno del paese viaggia sopra il livello massimo sostenibile.
La Banca Centrale, che dall’ottobre 2021 ha effettuato 11 strette di fila per un totale di 500 punti base, prevede che l’inflazione e la domanda interna si raffredderanno nei prossimi mesi.
Il tasso di inflazione della Nuova Zelanda è rimasto al 7,2% nel quarto trimestre, ben al di sopra dell’obiettivo della RBNZ dell’1%-3%.
La decisione di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand ha spinto il dollaro neozelandese rispetto a quello americano.
Il cambio NZDUSD sale infatti oltre 0,63, portandosi all’incirca sui massimi degli ultimi due mesi. Il kiwi ha beneficiato anche della recente debolezza del dollaro dopo i dati macroeconomici poco entusiasmanti riguardo all’economia a stelle e strisce.