In un periodo caratterizzato da forti incertezze, con le banche centrali in bilico tra la voglia di combattere ancora l’inflazione e la necessità di non innescare una brusca recessione, tornano a volare i beni rifugio.
A cominciare dall’oro, che ha superato i 2000 dollari l’oncia all’inizio di aprile dopo un anno, ossia da quando cominciò la guerra in Ucraina.
Il rally dell’oro è comunque in corso da mesi, ossia da quando le aspettative che la Federal Reserve possa avvicinarsi alla fine del suo ciclo di rialzi hanno provocato un calo dei rendimenti dei Treasury, un arretramento del dollaro e un aumento dell’oro. Aspettative che sono state rafforzate dagli ultimi dati macro sull’economia a stelle e strisce, che manifesta segnali di indebolimento.
La persistente alta inflazione è un altro fattore che sostiene le quotazioni del mertallo pregiato.
Inoltre nell’ultimo mese la corsa dell’oro è stata ulteriormente accelerata dalle turbolenze bancarie, che hanno spinto gli investitori a riversarsi sul bene rifugio per eccellenza.
l prezzo dell’oro ha raggiunto un picco settimanale verso i 2.050. Se il prezzo del gold metal riuscirà a rimanere oltre il livello di supporto a 2mila USD, potrà aggredire i massimi storici in area 2.080 dollari.