Dopo diverse sedute col vento in poppa, il dollaro va in flessione a seguito del dato Pmi manifattura e servizi, che ha fatto registrare un calo superiore alle attese.
PMI deludente per gli USA
Secondo i dati dell’indagine His Markit sui direttori acquisti, diffusa nel pomeriggio di venerdì, l’attività manifatturiera e nei servizi degli Stati Uniti ha subito in febbraio una battuta d’arresto a causa della crescente preoccupazione per il coronavirus.
Il settore terziario e quello manifatturiero, secondo i dati preliminari diffusi da Ihs Markit, scendono rispettivamente sotto la soglia di 50 e su 50,8.
Dollaro debole
Sulla scia di questi dati, la valuta Usa ha perso terreno contro l’euro (), che è salito al massimo da quattro giorni sopra 1,085.
Il biglietto verde scende anche contro lo yen (), in recupero dai minimi di 9 mesi registrati nelle ultime sedute.
Anche la coppia ha cancellato i guadagni settimanali e dovrebbe terminare la settimana al di sotto del valore di 0,98, dopo aver toccato i massimi del 2020 ogni giorno della settimana.
Dopo la corsa dei giorni scorsi anche il , che rappresenta la quotazione del biglietto verde contro un paniere di valute, è in calo di mezzo punto dopo essere arrivato ai massimi di 3 anni.
Brainard: in futuro una FED aggressiva contro la recessione
Attenzione ai possibili effetti delle dichiarazioni del membro del Fomc, Lael Brainard, al forum annuale della University of Chicago Booth School of Business.
Secondo lei la banca centrale degli Stati Uniti dovrà agire in modo aggressivo per contrastare le future recessioni, implementando più rapidamente i vecchi strumenti e adottandone di nuovi. E questo potrebbe succedere prima di quanto si pensi.
