Dopo diverse settimane di calo continuo, l’ultima è stata interlocutoria per il dollaro, che prova a consolidarsi (il Dollar Index resta in orbita 102).
A propiziare questo scenario sono stati gli ultimi dati USA, che hanno attenuato i timori di recessione, ma al tempo stesso hanno raffreddato le aspettative che la FED terminerà presto la sua storica campagna di inasprimento.
I dati PMI sono stati più forti del previsto. L’S&P Global US Composite PMI è salito a 53,5 ad aprile, segnalando la ripresa più rapida dell’attività economica da maggio 2022, con la crescita dell’attività dei servizi che ha toccato il massimo su 12 mesi e la produzione manifatturiera che si è espansa al tasso più rapido da maggio 2022.
Nel frattempo alcuni funzionari della Fed hanno sostenuto la necessità di un ulteriore inasprimento della politica per ridurre l’inflazione.
I mercati monetari scontano un aumento di 25 punti base nei fondi federali tasso il mese prossimo, mentre è probabile un taglio entro la fine dell’anno.
Il dollaro così si mantenuto sotto 1,10 rispetto all’euro (EURUSD), mentre l’index viaggia su 101,8.
Intanto il rendimento dei buoni del Tesoro USA a 10 anni, considerato un indicatore dei costi di indebitamento in tutto il mondo, si è consolidato intorno al 3,6%.