Come era ampiamente previsto, la Fed ha aumentato il tasso di interesse dello 0,25%, portando il tasso sui fondi federali nell’intervallo compreso tra il 5% e il 5,25%, livello più alto dal settembre 2007.
Si tratta del decimo incremento consecutivo da parte della banca centrale, che suggella la serie più rapida di aumenti dei tassi in quattro decenni.
Tuttavia la FED segnala una possibile pausa nella serie dei rialzi, visto che ha eliminato dalla dichiarazione di accompagnamento la frase che indica la necessità di un ulteriore rafforzamento della politica monetaria.
I responsabili politici hanno aggiunto che nel determinare la misura in cui un ulteriore rafforzamento delle politiche potrebbe essere appropriato, terranno conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione e degli sviluppi economici e finanziari.
I policy makers hanno anche evidenziato che, sebbene il sistema bancario statunitense sia solido e resiliente, è probabile che condizioni di credito più rigide per le famiglie e le imprese pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione e la portata di questi effetti rimane incerta.
Dopo il meeting della FED, il dollaro si è indebolito contro tutte le altre valute. Il è sceso al di sotto del livello di 101,3, avvicinandosi al minimo di un anno toccato il 20 aprile. Il cambio invece risale oltre 1,10.
Adesso si aspetta la mossa della Bce, che si riunirà domani.