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PETROLIO, altra settimana in calo. BRENT e WTI pagano i timori sulla domanda

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I due benchmark erano precipitati anche sotto i 70 dollari, toccando i minimi di oltre un anno

E’ stata una settimana molto intensa per il petrolio, la terza che si chiude con un bilancio in rosso (di circa il 7%).
I timori riguardo all’indebolimento dell’economia americana (a causa dei tassi alti) e la frenata di quella cinese hanno innescato una forte flessione nei primi giorni della settimana, tanto che e sono scivolati anche sotto i 70 dollari, toccando i minimi di oltre un anno.

Solo prima del weekend c’è stato un rimbalzo, dovuto al miglioramento delle prospettive.


Il fatto è che l’economia non sta inviando segnali incoraggianti per la domanda di petrolio. Mentre la produzione cinese è inaspettatamente calata ad aprile, gli Stati Uniti fanno i conti con l’allarme sul debito lanciato dal segretario al tesoro Janet Yellen ad inizio settimana.

Sul quadro generale hanno pesato anche le difficoltà del settore bancario statunitense e il rapporto EIA che hanno evidenziato un aumento delle scorte di benzina, indicando un calo della domanda di carburante. La International Energy Agency stima inoltre che nei prossimi trimestri ci sarà un surplus dell’offerta a causa di un forte calo della domanda.

Questi fattori hanno agito al ribasso sulle quotazioni di e , annullando completamente gli effetti rialzisti che aveva innescato la decisione dell’OPEC+ di procedere ad un maxi taglio della produzione.

Qualche segnale incoraggiante si è avuto sul finire di settimana (i Non Farm Payrolls americani più forti del previsto hanno attenuato i timori di recessione, ed anche sul fronte bancario c’è stato un po’ di rasserenamento).
Il è così riuscito a risalire oltre $ 75, mentre il si è riportato oltre $ 71.

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