La rielezione di Erdogan non fa bene alla Lira turca, che perde ancora quota all’indomani della vittoria elettorale del sultano turco.
Erdogan ha vinto il ballottaggio con il 52,14% dei voti (al primo turno ottenne il 49,5%), infrangendo le speranze dell’opposizione guidata da Kemal Kilicdaroglu che aveva promesso cambiamento, miglioramento economico e un governo più democratico.
Il governo Erdogan è il principale responsabile dello stato di crisi dell’economia turca, e in special modo della svalutazione della Lira che sta aggiornando i minimi storici rispetto al dollaro. Il sultano ha da sempre osteggiato i governatori della Banca centrale turca che avrebbero voluto alzare i tassi per combattere l’inflazione (oggi al 43,7%, ma che era giunta anche all’86%).
La sua rielezione alimenta la pressione sull’istituto centrale, che pochi giorni fa ha confermato il costo del denaro all’8,5%.
La lira turca, che nel corso del 2023 ha perso un altro 6%, si è indebolita a circa 20,1 (), scivolando verso nuovi minimi storici.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato turchi a 10 anni è intorno al 9%, rimanendo vicino a livelli che non si vedevano da gennaio.
Gli investitori stanno ora aspettando i piani di Erdogan sulla futura politica economica ed estera, sperando in una inversione di alcune politiche economiche non ortodosse che hanno provocato un’inflazione elevata, bassi tassi di interesse, una lira in calo e riserve nette di valuta estera negative.
I mercati guarderanno anche alla politica estera della Turchia poiché il membro della NATO ha assunto un ruolo chiave nella mediazione Russia-Ucraina.