Le incertezze riguardo alle prossime mosse delle banche centrali hanno finito per regalare un lunedì interlocutorio sui mercati valutari.
Inizialmente la sterlina aveva perso ancora quota rispetto al dollaro. Il cambio GBPUSD è sceso anche sotto 1,24, avvicinandosi al minimo di due mesi di 1,2306 dollari raggiunto il 25 maggio, per poi risalire nuovamente verso 1,24.
Gli investitori hanno percepito una riduzione del divario dei tassi di interesse tra Stati Uniti e Regno Unito, soprattutto dopo gli ultimi dati macro sul lavoro resi noti negli USA, che hanno alimentato i dubbi sulla possibile pausa del ciclo di strette monetarie.
Cammin facendo però il dollaro ha tagliato i guadagni iniziali per rimanere sostanzialmente immobile rispetto a venerdì scorso, dal momento che circa l’80% dei partecipanti al mercato si aspetta che la Fed lasci i tassi stabili.
La Banca d’Inghilterra invece dovrebbe aumentare i tassi di interesse al 4,75% il 22 giugno e raggiungere un picco del 5,5% entro la fine dell’anno.
L’ultimo rapporto CPI ha mostrato che il tasso di inflazione annuo nel Regno Unito è sceso all’8,7% ad aprile dal 10,1% di marzo, segnando la prima volta che è sceso sotto la doppia cifra dalla scorsa estate.
