Due giorni di calo pesante dei prezzi hanno spinto il petrolio verso la seconda settimana negativa consecutiva. Il Brent scivola verso i 74 dollari, il WTI riesce a fatica a conservare la soglia dei 70.
Dopo un inizio di settimana promettente, la situazione si è di nuovo fatta pesante a causa dei timori economici che riaffiorano e della prospettiva di un eccesso di offerta. La possibilità che i tassi rimangano ancora alti a lungo ha un impatto negativo sulla domanda complessiva, così come le incertezze economiche nel principale importatore di greggio, la Cina.
A peggiorare la situazione è la notizia che Stati Uniti e Iran hanno raggiunto un accordo nucleare temporaneo che consente al paese mediorientale di riprendere le esportazioni di petrolio di circa 1 milione di barili al giorno (notizia che ha innescato il brusco calo giovedì).
Non sono riuscite a evitare la rotta ribassista gli annunci di altri tagli della produzione: l’Arabia Saudita ha intenzione di ridurre la produzione di 1 milione di barili al giorno a 9 milioni di barili al giorno a luglio, il livello più basso degli ultimi anni.