E’ stato un giovedì intensissimo per le banche centrali, con le strette di BoE, BNS e NorgesBank. Ma a strappare più in alto di tutti è stata la Banca centrale turca, che ha aumentato il suo tasso di riferimento di 650 punti base, portandolo al 15%.
Il costo del denaro giunge così al massimo da novembre 2021.
Sebbene questa mossa segni una netta inversione rispetto alle politiche economiche poco ortodosse del presidente Erdogan (osteggiatore dei tassi di interesse alti), i mercati si aspettavano una mossa ancora più forte, con un aumento al 21%.
Per questo la Lira turca – precipitata del 66% nell’ultimo anno – ha continuato a perdere quota lo stesso.
Il cambio USDTRY ha aggiornato il massimo storico a 24,8, perché la stretta minore del previsto lascia intatti i dubbi che il nuovo direttorio della banca centrale non sarà in grado di agire in autonomia rispetto al neoeletto organo del presidente Erdogan, soccombendo alle pressioni anti-falco del presidente.
Il Comitato ha spiegato la sua decisione con la necessità di avviare il processo di inasprimento monetario in modo graduale.