Continua la fase di enorme difficoltà per il rublo russo, tanto contro il dollaro quanto rispetto all’Euro.
La valuta di Mosca ha perso quasi il 10% rispetto al biglietto verde dall’ultima settimana di giugno, con il cambio USDRUB giunto fino a 93, livello massimo da 15 mesi a questa parte.
Non va diversamente al rapporto di cambio rispetto all’Euro che si è affacciato anche oltre la soglia psicologica di 100 per la prima volta da marzo del 2022, ossia pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina.
La valuta moscovita è sotto pressione a causa dell’incertezza politica interna e del drastico calo del surplus commerciale russo dovuto al crollo delle esportazioni. Gli ultimi dati del Ministero delle Finanze Russo hanno evidenziato un calo del 47% delle entrate di petrolio e gas rispetto allo scorso anno, per via dell’embargo energetico imposto dall’occidente ed anche per il riflesso della frenata dell’economia cinese.
Il ministero ha dovuto vendere valuta estera per 39,4 miliardi di rubli per evitare un ulteriore indebolimento del rublo. I conti pubblici sbilanciati e i rischi di inflazione al rialzo hanno accresciuto le aspettative che la Banca centrale russa avvierà il suo ciclo di inasprimento nella sua prossima riunione.