Nuova stretta di politica monetaria della Bank of England, che come si aspettavano i mercati ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, portando così il tasso di interesse al 5,25% durante la riunione di agosto.
Per l’istituto centrale britannico si tratta del 14° aumento consecutivo, che porta i costi di indebitamento ai nuovi massimi del 2008.
La decisione della Boe ha messo sotto pressione la sterlina, che è scesa rispetto al dollaro () verso quota 1,26, estendendo il suo recente calo al minimo di oltre un mese.
(Fonte grafica piattaforma )
Infatti molti analisti si sarebbero attesi una mossa ancora più aggressiva da parte della BoE, tenuto conto che l’inflazione rimane più vischiosa rispetto a quella delle principali economie europee.
Secondo i policy makers britannici, il tasso di interesse dovrà comunque rimanere sufficientemente restrittivo per un tempo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% in modo sostenibile nel medio termine.
La BoE prevede che l’inflazione scenderà ulteriormente a circa il 5% entro la fine dell’anno, un calo più rapido di quanto previsto a maggio e un ritorno all’obiettivo del 2% entro il secondo trimestre del 2025.
Dal punto di vista tecnico, per il cross si sta concretizzando lo scenario di cui parlammo pochi giorni fa: il completamento del Wolfe Wave pattern ha innescato un brusco ribasso.
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Adesso che il cambio ha attraversato la EMA50, il messaggio ribassista è ancora più solido.
Va detto che non siamo ancora giunti sulla target line di questo pattern, che si trova in prossimità della EMA200.
A rendere lo slancio ribassista più robusto è la forza del dollaro, dopo che l’agenzia di rating Fitch ha tagliato la valutazione statunitense da AAA a AA+, spingendo così la richiesta di beni rifugio.
