Il calo dell’inflazione nella Eurozona non produce grandi scosse sull’euro, che sta chiudendo una settimana complicata che l’ha portato al livello più basso dell’ultimo mese e mezzo rispetto al dollaro ().
Secondo l’Ufficio statistico europeo (Eurostat), nel mese di luglio l’inflazione dell’Eurozona segna +5,3% su base tendenziale, in linea con le attese degli analisti e in diminuzione rispetto al +5,5% del mese precedente. Si tratta del minimo da gennaio 2022.
Su base mensile i prezzi al consumo sono calati dello 0,1%, come atteso dal consensus, e sopra il +0,4% di giugno.
L’inflazione core, ossia il dato depurato dalle componenti più volatili quali cibi freschi, energia, alcool e tabacco, evidenzia una crescita del 5,5% su base annua, stabile rispetto al mese precedente ed in linea con le attese. Per la prima volta dal 2021, il tasso core è ora superiore al tasso principale.
La variazione mensile passa a -0,1% in linea con il consensus e rispetto al +0,4% precedente.
Nell’intera Unione europea, l’inflazione cala al 6,1% su base annua (dal +6,4% di giugno), mentre su mese si registra un dato invariato.
Anche se l’inflazione sta scivolando lentamente, rimane incertezza sulle prossime mosse della BCE. Di recente Christine Lagarde ha lasciato aperta la porta tanto a una nuova stretta a settembre, quanto a una pausa dei rialzi dei tassi. Molti governi europei hanno alzato il livello del pressing sulla Eurotower, affinché scelga di prendersi una pausa.
Il confronto tra i dubbi sulle mosse della BCE, e la maggiore convinzione (emersa dai verbali dell’ultimo meeting) che la FED potrebbe aumentare nuovamente i tassi a settembre, hanno penalizzato la valuta unica: il cambio è sceso infatti sotto quota 1,09, come non si vedeva da 6 settimane.