Segnali di ripresa per il dollaro australiano, che tenta il rimbalzo dopo aver raggiunto i minimi da novembre scorso settimana passata.
Un mix di fattori ha contribuito a questo piccolo slancio, che consente al cambio di allontanarsi dalla soglia di 0,64.
Anzitutto la maggiore cautela mostrata dalla FED riguardo alle prossime mosse di politica monetaria, che ha ridato un po’ di slancio all’appetito al rischio degli investitori. La banca centrale americana potrebbe ancora alzare i tassi, ma non lo farà senza guardare alle possibili conseguenze sulla crescita economica.
Un altro impulso è giunto dall’annuncio della Cina, che prenderà nuove misure per rilanciare i suoi mercati di capitali e rafforzare la fiducia degli investitori.
Inoltre il dollaro australiano ha tratto beneficio anche dai dati che mostrano che le vendite al dettaglio sono aumentate più del previsto a luglio (+0,5% contro attese di +0,3%), dando alla Reserve Bank of Australia spazio per mantenere la politica monetaria interna restrittiva.
Si prevede che la banca centrale manterrà il tasso di interesse di riferimento al 4,1% durante la prossima riunione di settembre, mentre il consiglio prende tempo per valutare l’impatto dei precedenti aumenti dei tassi sull’economia.
Sotto il profilo tecnico, qualche settimana fa avevamo evidenziato che c’era un pattern DOPPIO MASSIMO vicino al breakout.
La rottura è puntualmente avvenuta, spingendo l’ sotto i minimi annuali a 0,646. Il target del pattern è ancora più in basso, e per questo occorre ancora prudenza prima di vedere il rimbalzo come un segnale positivo per il futuro.