Non arrivano notizie confortanti dalla Svizzera, dove l’economia ristagna. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo (Pil) è rimasto perfettamente stabile rispetto ai primi 3 mesi dell’anno, mostrando una variazione nulla (0,0%), a fronte del +0,3% del primo trimestre e del 0,0% dell’ultima parte del 2022.
Il mercato però si aspettava una crescita, anche se minima (0,1%).
Il risultato evidenzia che la campagna di inasprimento della Banca nazionale svizzera si sta trasmettendo in misura maggiore sull’economia, aumentando il pericolo di recessione nei prossimi trimestri.
Questo report mette in discussione la capacità della BNS di mantenere un atteggiamento aggressivo. Tuttavia i rischi di un’inflazione in aumento, ripetutamente enfatizzati dai policymaker della BNS (soprattutto dopo l’ultimo report all’1,6%, leggermente al di sopra delle previsioni), potrebbero indurre la banca centrale ad effettuare un ultimo aumento dei tassi di interesse prima di mettersi in pausa.
Sul mercato valutario, il franco CHF sta vivendo una fase di debolezza rispetto al dollaro, dopo aver raggiunto il massimo di 7 anni a luglio scorso.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il cambio USDCHF viaggia su 0,884, dopo un impulso che era stato “anticipato” dalla leggera divergenza che si era creata tra prezzi ed RSI.
Attualmente è in corso il test della EMA50,importante crocevia per gli sviluppi a breve termine, anche perché rafforzato dalla resistenza statica a 0,888.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato svizzeri a 10 anni è sceso al di sotto dello 0,93% a settembre, il livello più basso da oltre un mese.