Per la decima volta consecutiva la BCE ha ritoccato al rialzo il costo del denaro. Il board della Eurotwer ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 4,5%, il massimo in 22 anni.
La banca centrale ha anche aumentato il tasso sui depositi al nuovo record del 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
Il rialzo effettuato oggi dovrebbe essere l’ultimo da parte della BCE, poiché anche se l’inflazione cala lentamente (ma rimarrà elevata a lungo) c’è il rischio sempre più forte di innescare una recessione.
“Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo“, scrive la BCE nel comunicato.
Secondo le proiezioni degli esperti BCE, l’inflazione media dovrebbe attestarsi al 5,6% nel 2023 e al 3,2% nel 2024, entrambi superiori alle stime precedenti. Al contrario, la proiezione del tasso per il 2025 è stata ridotta al 2,1%. Inoltre ci sono state lievi revisioni al ribasso per l’inflazione core, con una media del 5,1% nel 2023, del 2,9% nel 2024 e del 2,2% nel 2025.
La banca centrale ha inoltre ridotto significativamente le sue proiezioni di crescita del PIL, anticipando ora l’economia si espanderà dello 0,7% nel 2023, dell’1,0% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025.
La decisione della BCE non ha dato ossigeno all’euro, che continua a perdere quota ed è scivolato a 1,068 rispetto al dollaro (), minimo di 3 mesi.
A pesare sulla valuta unica è la prospettiva della fine del ciclo di strette, che si contrappone invece alla concreta possibilitàche la FED alzi ancora i tassi in una delle prossime riunioni.