I dati sull’inflazione nella Eurozona non riescono a scaldare il mercato, con l’euro che si muove poco rispetto al dollaro (anche perché domani c’è l’appuntamento con le decisioni del Fomc).
Eurostat ha rivisto leggermente al ribasso il dato annuo di agosto, portandolo al 5,2% dopo il 5,3% segnato a luglio. La stima flash indicava 5,3%. Nella zona Ue il tasso di inflazione annuale è stato 5,9%, dopo il 6,1% di luglio.
L’inflazione core (escluse cioè le componenti più volatili come energia e alimentari) segna una crescita del 5,3% su base annua, in linea con le attese, ma in calo rispetto al 5,5% del mese precedente.
La variazione mensile passa a +0,3%, in linea con il consensus, dopo il -0,1% precedente.
Dopo una breve fiammata, l’euro è tornato sotto 1,07 dollari (EURUSD), pur avendo recuperato dal minimo di sei mesi a 1,063 dollari segnato lo scorso 14 settembre.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il recente taglio della EMA200 ha inviato un altro messaggio ribassista al mercato, mentre si avvicina anche un altro evento poco incoraggiante, ossia il cross della Ema50-Ema200.
Anche se l’inflazione continua a scendere, la BCE ha di recente rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2023 (al 5,6%) e il 2024 (al 3,2%). Nonostante questo l’istituto di Francoforte si prenderà una pausa nelle prossime riunioni, dopo aver aumentato ancora i tassi per 25 pb nei giorni scorsi spingendolo al livello record del 4%. Infatti ci sono crescenti segnali che l’economia dell’Eurozona è sull’orlo della recessione, e difficilmente la BCE sarà in grado di inasprire ulteriormente la politica monetaria in queste condizioni.