Come si aspettavano i mercati, la Federal Reserve ha deciso di confermare i tassi sui livelli massimi da 22 anni, ma avverte che il ciclo di strette non è finito, e ci sarà almeno un altro rialzo nel 2023 perché “l’inflazione rimane elevata“.
Il Federal Open Market Committee (Fomc), braccio di politica monetaria della Federal Reserve, ha mantenuto i tassi d’interesse nel range 5,25%-5,50%.
Tuttavia i ‘dot plot‘, ovvero il grafico a punti che indica le indicazioni degli esponenti della Fed sul percorso dei tassi, fanno indicano che 12 membri del board (contro 7 “colombe”) stimano un’altra stretta nei prossimi mesi.
La banca centrale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per gli Stati Uniti nel 2023, adesso al 2,1% rispetto all’1% previsto a giugno.
Ha tuttavia alzato anche le stime sull’inflazione nel 2023 al 3,3% (contro il 3,2% di giugno). Resta invariata quella del 2024 al 2,5%, mentre viene ritoccata all’insù quella del 2025 (al 2,2% contro il 2,1%).
L’inflazione ‘core’ è attesa al 3,7% a fine anno, al 2,6% nel 2024 e al 2,3% nel 2025: le previsioni di giugno stimavano rispettivamente 3,9%, 2,6% e 2,2%.
La decisione della FED, ma più che altro l’annuncio di una ulteriore stretta, fa invertire la rotta al dollaro che era andato al ribasso per tutto il giorno.
Il è risalito verso 105.4, mentre il cambio è scivolato di nuovo sotto la soglia di 1,07.