Nessuna novità dalla banca centrale del Giappone, che anche stavolta lascia il tasso di interesse fermo al livello negativo di -0,1%. La decisione è stata presa con voto unanime.
La BoJ lascia anche i rendimenti dei titoli a 10 anni intorno allo 0% ed ha lasciato invariata una fascia di tolleranza di 50 punti base fissata su entrambi i lati dell’obiettivo di rendimento, nonché un limite massimo dell’1,0% adottato a luglio.
L’istituto centrale continuerà con l’allentamento monetario in base all’andamento dell’attività economica, dell’inflazione e delle condizioni finanziarie, in un contesto di incertezze estremamente elevate in patria e all’estero. La BoJ conferma che adotterà ulteriori misure di allentamento, se sarà necessario.
L’ultimo dato sull’inflazione ha evidenziato un calo al 3,2% ad agosto (dal 3,3% di luglio) mentre il tasso di inflazione core è rimasto al di sopra dell’obiettivo del 2% della BOJ per il diciassettesimo mese consecutivo. L’attività commerciale nel paese è intanto rallentata ai minimi su sette mesi a settembre.
In una recente intervista, il governatore Kazuo Ueda ha lasciato intendere che la fine dei tassi di interesse negativi potrebbe arrivare prima del previsto se supportata da dati sufficienti sugli aumenti salariali, per questo il mercato sperava che la banca centrale avrebbe accennato alla fine della sua politica di tassi di interesse negativi.
Dopo il meeting della BoJ, lo yen giapponese si è indebolito rispetto al dollaro. Il cambio USDJPY, salendo oltre quota 148, è tornato sui massimi di quasi un anno.
mentre il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki non ha escluso interventi sulle valute, allo scopo di evitare forti deprezzamenti dello yen che potrebbero danneggiare l’economia.