Nuova mossa a sorpresa della banca di Russia, che decide di alzare il costo del denaro più del previsto. La CRB ha infatti portato il tasso di interesse al 15%, con una stretta di 200 punti base, il doppio delle aspettative del mercato.
Con questa decisione, sale a 750 punti base il totale degli aumenti fatti dall’istituto moscovita dall’inizio del ciclo di inasprimento, avvenuto a luglio.
La Central Rossiya Bank ha segnalato che la politica monetaria rimarrà restrittiva per un periodo prolungato, per vincere la lotta contro l’elevata inflazione. In tal senso la pressione dei prezzi è aumentata significativamente oltre le aspettative dei policy makers.
La CRB prevede che l’inflazione si manterrà al di sopra del 7% nel 2023, prima di convergere al 4% entro la fine del 2024.
Con lo scoppio della guerra, si è generato un forte problema economico in Russia, perché la domanda interna rimane alta mentre l’offerta è calata, per via della ingente mobilitazione militare che ha portato via alle imprese la forza lavoro. Inoltre l’embargo petrolifero ha intaccato le entrate provenienti dalla principale fonte di valuta estera della Russia.
Dopo la decisione della banca centrale il rublo russo si era leggermente rafforzato, ma poi ha ceduto i guadagni. Il cambio USDRUB è tornato oltre la soglia di 94, dopo aver toccato il livello più basso in oltre due mesi.
Gli elevati prezzi del petrolio hanno sostenuto la valuta russa, così come il mandato del presidente Putin a 43 aziende orientate all’esportazione di vendere in valuta estera. La serie di misure è arrivata dopo che il rublo è sceso di circa il 21% rispetto al picco di quest’anno.