L’atteso report sull’inflazione negli USA finisce per dare una spallata forte al dollaro, che precipita sui minimi di 2 mesi, con il che è scivolato a 104,2.
Il rapporto sull’inflazione a stelle e strisce ha mostrato che a ottobre il tasso è rallentato più del previsto al 3,2%, dal 3,7% che era stato registrato a settembre e agosto. Il dato è più basso delle previsioni di mercato del 3,3%.
Anche il tasso core dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, che esclude voci volatili come cibo ed energia, è sceso al 4% (livello più basso in più di due anni) dal 4,1% di settembre. I mercati si aspettavano una conferma del valore precedente.
Dopo questo report, i trader vedono una probabilità inferiore al 10% che la Fed alzi il suo tasso di riferimento oltre l’attuale range 5,25%-5,50%, mentre è aumentata la probabilità di tagli dei tassi a partire da maggio.
Per questo motivo il dollaro ha accusato un colpo forte sul mercato valutario. Il è sceso a 104,2, mentre il cambio è volato oltre 1,085, livello più alto dal mese di settembre.
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso di oltre 15 punti base al livello del 4,5% martedì, il più basso in sette settimane.