Per il terzo meeting consecutivo, la Bank of Canada ha mantenuto invariato il costo del denaro al 5%. Non è una sorpresa per i mercati finanziari, che si aspettavano la conferma dei tassi di interesse al livello massimo da 22 anni.
Dopo il ciclo di strette, ci sono finalmente segnali che la politica monetaria sta moderando la spesa e allentando le pressioni sui prezzi, anche se i membri del board rimangono preoccupati per i rischi per le prospettive di inflazione e sono pronti ad aumentare ulteriormente il tasso di riferimento se necessario.
La banca centrale vuole vedere un ulteriore e duraturo allentamento dell’inflazione core, e continua a concentrarsi sull’equilibrio tra domanda e offerta nell’economia, sulle aspettative di inflazione, sulla crescita dei salari e sul comportamento dei prezzi delle imprese.
L’ultimo report ha evidenziato che l’inflazione in Canada è scesa al 3,1% in ottobre, segnando il minimo di quattro mesi, con il tasso core che ha toccato il minimo di 28 mesi al 2,7%. Allo stesso tempo, l’economia si è inaspettatamente contratta ad un tasso annualizzato dell’1,1% nel terzo trimestre.
L’atteggiamento cauto ma aggressivo della BoC ha spinto il dollaro canadese, che si è apprezzato ulteriormente rispetto al collega americano (USDCAD a 1,355), riavvicinandosi al massimo di 2 mesi toccato pochi giorni fa
Secondo gli investitori, la BoC potrebbe cominciare a tagliare i tassi già a marzo, anche se il governatore Tiff Macklem ha sottolineato che al momento non vengono prese in considerazione misure di allentamento, dato che l’inflazione rimane ampiamente al di sopra della soglia target.