Non c’erano dubbi sulla decisione che avrebbe preso la Federal Reserve, al termine dell’ultimo meeting di politica monetaria del 2023. La banca centrale USA ha mantenuto il tasso dei fondi federali stabile al 5,25%-5,5% per la terza riunione consecutiva, in linea con le aspettative del mercato.
Tuttavia la Fed ha segnalato che potrebbero esserci tagli ai tassi di 75 punti base il prossimo anno, più di quanto la maggior parte degli investitori si aspettava.
Questo ha spinto la convinzione che le manovre accomodanti inizieranno a marzo (al 62%), e di conseguenza hanno messo pressione al dollaro.
Il è sceso sotto 103, livello più basso in oltre una settimana, il cambio è invece schizzato in prossimità di 1,09.
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso invece sotto il 4,1%, il livello più basso dall’inizio di agosto.
Secondo la banca americana, le notizie che arrivano dai dati macro recenti sono buone ma non buonissime. Infatti suggeriscono che l’inflazione si è attenuata nell’ultimo anno, ma rimane elevata, e che la crescita dell’attività economica ha rallentato rispetto al ritmo sostenuto del terzo trimestre. L’aumento dei posti di lavoro si è moderato rispetto all’inizio dell’anno, ma rimane forte. Inoltre il tasso di disoccupazione è rimasto basso.
Il Comitato continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo per le prospettive economiche e sarebbe pronto a modificare la posizione della politica monetaria in modo appropriato se emergessero rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi del Comitato.