Nuova stretta monetaria da parte della Banca di Russia, che ha aumentato il tasso di interesse di riferimento di 100 punti base portandolo al 16% nel meeting di dicembre, in linea con le aspettative del mercato.
L’istituto centrale ha segnalato inoltre che la politica monetaria rimarrà restrittiva per un periodo prolungato di tempo, per contrastare le crescenti pressioni inflazionistiche.
Dall’inizio del ciclo di strette partito a luglio, la CBR ha fatto rialzi per 850 pb.
Le aspettative di inflazione hanno continuato ad aumentare per i consumatori e le imprese, rischiando una crescita dei prezzi insostenibile e giustificando un aumento del tasso di riferimento.
Inoltre, la banca ha osservato che la domanda continua a superare la capacità interna, a causa della crisi della forza lavoro portata dalla mobilitazione militare per la guerra in Ucraina. Si prevede che l’inflazione chiuderà l’anno al di sotto del 7,5%, per poi tornare al livello del 4%-4,5% entro il 2024.
La nuova mossa restrittiva trova giustificazione anche nei risultati del PIL russo, che probabilmente supererà le precedenti stime della banca centrale in ottobre attestandosi a oltre il 3%.
Sul fronte valutario, il rublo si è stabilizzato poco sopra 90 per USD. Dopo un iniziale rafforzamento a seguito della decisione della Banca Centrale Russa, la situazione si è rovesciata dopo la ripresa del dollaro (il presidente della Fed di New York, John Williams, ha detto alla CNBC che la banca centrale non sta realmente parlando di tagli dei tassi in questo momento ed è prematuro pensare ad un taglio a marzo).