Una breve fiammata ha consentito ai prezzi del petrolio di chiudere l’ultima settimana con un leggero guadagno, dopo circa due mesi di discesa continua.
Il prezzo del è rimasto attorno ai 71 dollari al barile, mentre il è risalito verso i 77 dollari al barile.
Le prospettive di abbondanti forniture continuano a superare le speranze di una domanda più forte. L’Agenzia internazionale per l’energia ha rivisto al rialzo le previsioni di consumo per il prossimo anno di 130mila barili al giorno, portandole a 1,1 milioni. Tuttavia, il rapporto afferma che, nonostante i taglio dell’Opec+, la crescita dell’offerta probabilmente supererà la domanda, aumentando la pressione ribassista sui benchmark del petrolio greggio.
A sostenere i prezzi di e è stata anche la debolezza del dollaro, dopo che il meeting della FED ha mandato segnali accomodanti sul fronte dei tassi di interesse, accennando a possibili tagli dei tassi per 75 punti base per il prossimo anno, molto più di quanto inizialmente previsto.
Sempre negli USA, i dati ufficiali hanno mostrato che le scorte di greggio sono diminuite di circa 4,3 milioni di barili la scorsa settimana, diminuendo per la seconda settimana consecutiva e superando le previsioni di mercato.