E’ toccato alla Cina aprire l’anno nuovo con i report macroeconomici, così come aveva chiuso il vecchio con altri dati macro. Emerge così un quadro contrastante riguardo alle attività delle fabbriche cinesi, visti i dati PMI NBS e quelli Caixin sulla manifattura che sono stati di tenore diverso.
I dati ufficiali pubblicati nel fine settimana scorso avevano mostrato una contrazione ulteriore dell’attività manifatturiera a dicembre, con l’indice dei direttori agli acquisti sceso a 49,0 dal precedente 49,4 (calo maggiore delle previsioni). E’ stato il terzo mese consecutivo di contrazione.
Oggi invece il sondaggio privato Caixin ha indicato che la crescita del settore manifatturiero del paese ha inaspettatamente accelerato. L’indice Caixin China General Manufacturing PMI è salito a 50,8 a dicembre da 50,7 a novembre, battendo le previsioni di mercato di 50,4 e indicando il valore più alto da agosto.
La produzione è cresciuta al massimo in sette mesi, mentre i nuovi ordini sono aumentati al ritmo più veloce da febbraio, con i nuovi ordini di esportazione che sono diminuiti al ritmo più debole in sei mesi.
Quest’ultimo report ha rafforzato le aspettative secondo cui la PBoC potrebbe allentare ulteriormente la sua politica monetaria quest’anno, in modo da sostenere la ripresa economica fragile del Dragone. I mercati stanno scontando tagli ai principali tassi di interesse e un’ulteriore riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria nella prima metà dell’anno.
Lo yuan offshore è così scivolato sotto 7,14 per dollaro, allontanandosi dai minimi di sette mesi toccati negli ultimi giorni dello scorso anno.
Tuttavia la valuta cinese continua ad essere robusta, sulle aspettative che la Federal Reserve americana potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse già a marzo.
