Giornata fiacca per il dollaro australiano, che viene stato scambiato intorno a 0,66 dollari, vicino ai minimi di quattro settimane.
Il rapporto tra le due valute risente soprattutto della pressione da parte del biglietto verde dopo che i trader hanno ridotto le aspettative aggressive sui tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve quest’anno. Sebbene i prezzi alla produzione statunitensi siano diminuiti inaspettatamente a dicembre, i prezzi al consumo sono cresciuti più del previsto.
I mercati non vedono alcuna possibilità che la Reserve Bank of Australia possa nuovamente inasprire i tassi (che sono al massimo di 12 anni del 4,35%), mentre il primo taglio potrebbe arrivare entro settembre, visto che l’inflazione continua a diminuire.
Dalla metà del 2022, la RBA ha aumentato i tassi di 425 punti base complessivi nel tentativo di frenare l’inflazione, che l’ultima lettura dà al 4,3% su base annua a novembre, livello più basso da gennaio 2022 (in rallentamento rispetto al 4,9% di ottobre).
Il governatore della RBA Michele Bullock ha avvertito che, sebbene l’economia nazionale si sia raffreddata a causa degli alti tassi di interesse, è rimasta ampiamente resiliente, il che presenta maggiori rischi al rialzo per l’inflazione.
Nel frattempo sono stati resi noti alcuni dati macro: l’indicatore mensile dell’inflazione del Melbourne Institute ha mostrato che i prezzi in Australia sono aumentati bruscamente all’1,0% nel dicembre 2023 rispetto a un aumento dello 0,3% nel mese precedente. Si è trattato del secondo mese consecutivo di aumento, segnando il livello più alto da novembre 2022.
Invece gli annunci di lavoro in Australia sono aumentati dello 0,1% su base mensile a dicembre 2023, dopo il calo del 5,1% del mese precedente (il peggiore da agosto 2021). Si è trattato del primo aumento da agosto, in mezzo a segnali di resilienza nel mercato del lavoro.