Nessuna sorpresa in arrivo dalla Bank of England, che decide di confermare il livello dei tassi di interesse al 5,25% per la quarta riunione consecutiva. Si tratta di un livello del costo del denaro che non si vedeva dal 2008.
La decisione non è stata unanime, anzi. Sei membri del Monetary Policy Committee (MPC) si sono espressi per un mantenimento del tasso di interesse, ma due avrebbero voluto un aumento di 25 punti base, mentre un altro avrebbe voluto un taglio al 5%.
Questo rende l’idea di come la situazione nel Regno Unito sia ancora poco fluida.
La BoE prevede che l’inflazione scenderà temporaneamente al 2% nel secondo trimestre del 2024, ma poi crescerà di nuovo nella seconda metà dell’anno per via dei prezzi dell’energia. La banca centrale prevede che l’inflazione CPI sarà del 2,3% tra due anni e dell’1,9% tra tre anni.
“Sebbene l’inflazione dei prezzi dei servizi e la crescita dei salari siano diminuiti leggermente più del previsto – si legge nel commento della BoE – gli indicatori chiave della persistenza dell’inflazione rimangono elevati“, e per questo la politica monetaria “dovrà rimanere restrittiva per un periodo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione al target del 2% in modo sostenibile nel medio termine“. Tuttavia adesso non si fa più riferimento a un ulteriore inasprimento se le cose dovessero peggiorare.
La decisione della BoE non ha mosso granché la sterlina, che resta sotto 1,27 dollari (GBPUSD). Il cambio tra le due valute si sta muovendo in uno stretto range 1,263-1,276 da metà dicembre, senza trovare una direzione chiara.
La valuta britannica nelle ultime ore ha perso quota anche per via delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che ha affermato che sarà opportuno iniziare a tagliare i tassi ad un certo punto quest’anno, anche se non ritiene probabile un taglio a marzo.