Il dato sull’inflazione sorprende in positivo i mercati, visto che è molto più basso del previsto. Ma questo indebolisce il dollaro canadese, viste le conseguenze che questo scenario potrebbe avere sulle prossime mosse della BoC.
In base ai dati rilasciati oggi, il tasso di inflazione annuale in Canada è sceso al 2,9% a gennaio. Si tratta del livello più basso da giugno scorso, e segna un calo forte rispetto al 3,4% del mese precedente. Inoltre è un dato ben al di sotto delle aspettative del mercato del 3,3%.
Anche il tasso di riferimento medio ridotto della BoC è sceso ai minimi da oltre due anni.
Ieri il report sui prezzi alla produzione industriale aveva evidenziato un calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, ed è stato il quarto periodo consecutivo di deflazione mensile dei produttori. Rispetto all’anno precedente, i costi dei produttori sono diminuiti del 2,9%, il terzo calo consecutivo e più marcato da luglio.
Il report rinnova le speranze di disinflazione nell’economia canadese e rafforzando la necessità di un maggiore accomodamento da parte della BoC (ossia taglio dei tassi di interesse), per far fronte alle crescenti preoccupazioni sulla crescita. Da tempo le “colombe” nel Consiglio direttivo della BoC hanno sottolineato che i tassi di interesse alti hanno già ostacolato la domanda aggregata del paese.
Questo finisce per penalizzare il dollaro canadese, che si è indebolito oltre 1,35 rispetto all’omologo americano (USDCAD), nonostante la debolezza generalizzata del dollaro USA. Il loonie si avvicina al massimo di due mesi toccato il 13 febbraio.