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Turchia, la CBRT congela i tassi ma l’USDTRY aggiorna i massimi storici

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Il nuovo governatore Karahan ha precisato che eventuali peggioramenti nelle prospettive di inflazione spingeranno l’istituto centrale a nuove strette

Al termine della riunione di politica monetaria del mese di febbraio, la banca centrale della Turchia ha deciso di confermare il livello dei tassi di interesse al 45%, si tratta di una decisione ampiamente prevista dal mercato, anche perché annunciata dalla stessa banca centrale il mese scorso.
Per la prima volta da maggio la CBRT si prende una pausa del ciclo di inasprimento che fin qui ha portato ad aumenti del tasso di interesse del 36,5%.

Tuttavia il nuovo governatore Fatih Karahan, che ha sostituito Hafize Gaye Erkan (dimessosi bruscamente lo scorso 2 febbraio), ha precisato che eventuali peggioramenti nelle prospettive di inflazione spingeranno l’istituto centrale a ritoccare nuovamente all’insù il costo del denaro.


L’ultimo report relativo all’inflazione ha evidenziato una crescita superiore alle aspettative. Il tasso annuo ha raggiunto il 64,86%, livello più alto da novembre 2022, mentre il mercato si aspettava una crescita al 64,52%.
Ad incidere sulla nuova crescita dell’inflazione è stato sia l’incremento del salario minimo sia gli aggiustamenti fiscali del governo. Per la fine dell’anno la Banca Centrale si aspetta un inflazione in ritirata fino al 40%, che comunque resta un valore più volte superiore al target.

Nonostante l’approccio più ortodosso del nuovo governatore abbia rincuorato il mercato, la lira turca continua ad essere debole rispetto al Dollaro statunitense. Il cambio USDTRY aggiorna nuovamente i suoi massimi storici, salendo oltre quota 31,2.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato decennale Turchi rimangono attorno al 25%.

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