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Eurozona, l’inflazione rallenta ancora ma l’EURUSD rimane sotto 1,09

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Gli investitori hanno spostato l’attenzione sull’imminente meeting della FED (mercoledì)

I dati riguardanti il mese di febbraio confermano che l’inflazione della Eurozona continua a rallentare, anche se ciò non sposta granché la prospettive sui tagli dei tassi da parte della BCE, che dovrebbero avvenire tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

Secondo l’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT), i prezzi al consumo segnano un +2,6% su base annua rispetto al 2,8% del mese precedente, come si aspettavano gli economisti. Si tratta del tasso più basso in tre mesi, ma comunque più alto del target del 2%.

Su base mensile invece i prezzi al consumo si sono assestati al +0,6%, come da stima preliminare (dopo il -0,4% del mese precedente).
Nell’intera Unione europea, l’inflazione scende al 2,8% su base annua (dal +3,1% di gennaio), mentre su mese si registra un +0,6%.

L’inflazione core, ossia quella che viene depurata dalle componenti più volatili, decelera al 3,1% su base annua (il punto più basso da marzo 2022), contro il +3,3% delle attese e rispetto al 3,3% del mese precedente. La variazione mensile passa a +0,7%, conferma la stima preliminare e rispetto al -0,9% precedente.

Questi dati non hanno spostato granché l’euro rispetto al dollaro. Il cambio EURUSD infatti resta leggermente al di sotto di 1,09, anche perché gli investitori hanno spostato l’attenzione sull’imminente meeting della FED (mercoledì) per capire quando potrà esserci il primo taglio del tasso di interesse.

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