Nonostante un blando tentativo di recupero negli ultimi giorni, l’euro è da un mese che viaggia nel range 1,8-1,95 rispetto al dollaro (EURUSD), senza trovare lo spunto per guadagnare ulteriore terreno.
Il momento positivo vissuto nella prima metà di marzo si è scontrato con una FED più attendista sul fronte dei tagli al tasso di interesse, proprio mentre la BCE sembra andare nella direzione opposta, poiché l’inflazione continua a scendere verso l’obiettivo del 2% della banca.
I commenti accomodanti del presidente della Bundesbank Joachim Nagel – tipicamente un falco della politica monetaria- fanno pensare che la Eurotower potrebbe cominciare a sforbiciare il costo del denaro prima della pausa estiva, forse in concomitanza con la FED.
Attualmente, i mercati stanno scontando una riduzione dei tassi di 89 punti base per l’anno, equivalente ad almeno tre, forse quattro movimenti da 25 punti base, con il primo previsto per giugno o luglio.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, si prevede che anche la Federal Reserve inizierà ad attuare le sue misure di allentamento a giugno.
Dopo aver toccato il punto più basso dal 29 febbraio, il cambio EURUSD si è risollevato verso 1,085, ma non ha grandi appigli per spingersi più in alto.
Gli investitori aspettano di conoscere i dati chiave sull’inflazione delle principali economie europee e degli Stati Uniti nel corso di questa settimana, alla ricerca di informazioni sulle future politiche monetarie della BCE e della Federal Reserve.