La marcia spedita dell’oro continua, e il metallo prezioso buca la soglia dei 1800 dollari l’oncia raggiungendo il massimo dal 2011. Sono le crescenti paure legate alla pandemia, le tensioni USA-Cina e l’andamento balbettante del dollaro a sostenere questo nuovo impulso del gold metal.
Per il terzo mese consecutivo, l’ ha chiuso con un guadagno, che porta il bilancio del secondo trimestre a +12%. Miglior performance negli ultimi quattro anni.
Anche se ha scavallato quota 1800 dollari, dal punto di vista tecnico il prezzo dell’ sembra essere in una fase di consolidamento.
Il prossimo livello di resistenza è fissato sui 1800, e successivamente a quota 1822. La trendline ascendente che collega i massimi segnati in aprile e maggio, potrebbe fungere da barriera al rialzo immediata.
Il maggior sostegno alle quotazioni dell’ giunge da un diffuso clima di avversione al rischio, alimentato dalle preoccupazioni di una seconda ondata di Covid-19 (specie per i dati in arrivo dagli USA). Ciò spinge gli investitori ad incrementare la domanda di safe haven.
Ad alimentare il clima favorevole all’oro, anche le dichiarazioni del presidente della Fed Powell, secondo il quale le prospettive della più grande economia del mondo sono “straordinariamente incerte”. In tal modo ha messo in dubbio la forza della ripresa economica, instillando altre preoccupazioni sui mercati.
Tra i fondamentali rialzisti del metallo giallo, anche il nuovo clima teso tra USA e Cina, e i timori che le forti miusre di stimolo varate da banche centrali e governi possano innescare bruschi rialzi dell’inflazione in futuro.
