I dati sull’inflazione canadese e la corsa del biglietto verde americano (al quinto giorno di guadagni) finiscono per spingere al ribasso il dollaro canadese, che scivola sui minimi da fine ottobre (USDCAD oltre 1,38).
Il tasso di inflazione annuale in Canada è salito al 2,9% a marzo (+0,4% su base mensile), risalendo dal minimo di otto mesi di 2,8% che era stato toccato a febbraio, ma sotto le previsioni del mercato (3%). Inoltre la media troncata – indicatore molto osservato dalla dalla BoC – è scesa al 3,1% contro le previsioni di 3,2%, mentre la mediana dei tassi core segna 2,8% contro aspettative del 3,1%.
Questa dinamica dell’inflazione potrebbe indicare che le pressioni inflazionistiche stanno frenando, e per questo tornano a crescere le possibilità che la Banca del Canada decida di tagliare di tassi di interesse nella riunione che ci sarà a giugno, visto che l’economia sta inviando segnali di debolezza.
Infatti anche se il PIL è cresciuto, c’è stato un aumento del tasso di disoccupazione e i dati PMI indicano continuamente contrazioni, per questo potrebbero essere necessarie della misure di stimolo da parte della BoC.
D’altro canto, i dati economici caldi negli Stati Uniti hanno ritardato le scommesse sul taglio dei tassi da parte della Fed, facendo rialzare il dollaro USA. Martedì l’indice del dollaro è salito per la quinta sessione consecutiva verso 106,4, attestandosi sui livelli più alti degli ultimi cinque mesi.
La forte divergenza tra la banca centrale canadese e quella statunitense finisce per mettere pressione sul loonie. Il cambio USDCAD sale così oltre quota 1,38, e sta correndo forte dopo aver vissuto diverse settimane di consolidamento intorno a 1,355.