Il meeting di luglio della Banca centrale del Giappone (BoJ) non ha regalato alcuna novità. L’istituto di Tokyo ha infatti confermato – con 8 favorevoli e 1 contrario – il costo del denaro a -0,1%. A questo storico livello negativo si trova ormai dal gennaio 2016.
La BoJ ha confermato il suo piano di stimolo all’economia, mantenendo il target del rendimento dei bond decennali attorno allo zero (Yield Curve Control) e il piano di acquisto titoli illimitato. Ha comunque lasciato aperta la porta a ulteriori stimoli, qualora dovessero rendersi necessari tenendo conto dell’impatto della pandemia sull’economia.
Proprio riguardo all’impatto del Covid sull’economia giapponese, la BoJ ritiene che un miglioramento ci sarà nella seconda metà dell’anno, ma moderato.
Le previsioni su PIL per l’anno fiscale e inflazione sono intanto state riviste al ribasso. E’ prevista una contrazione dell’economia del 4,7% quest’anno fiscale, poi una espansione del 3,3% nel 2021 e dell’1,5% nel 2022.
Riguardo alla inflazione, la BoJ prevede un calo dello 0,5% nel 2020, un aumento dello 0,3% nel prossimo anno e dello 0,7% nel 2022.
Yen in guadagno sul dollaro
La decisione della Banca Centrale Giapponese non ha inciso granché sull’andamento dello Yen, che in questo periodo è governato soprattutto dal maggiore/minore appetito al rischio sui mercati.
Mentre rispetto a molte valute principali lo Yen si muove in ordine sparso, ma senza grosse variazioni, il cambio USD-JPY scivola sotto quota 107, dopo essere rimbalzato sulla media mobile 50 periodi (fonte grafica ).
Più che la spinta dello Yen, è la debolezza dell’USD a incidere in questo momento.
Uno slancio fortemente ribassista potrebbe però intravedersi solo nel caso di violazione del supporto a quota 106.