Continua la progressiva discesa dell’inflazione nella Eurozona, che rende ormai scontato il primo taglio dei tassi a giugno. Tuttavia c’è ancora molta incertezza sulle mosse successive della BCE, e questo frena l’ascesa dell’euro sul mercato valutario.
Secondo l’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT), i prezzi al consumo segnano un +2,4% su base annuale, confermando la stima preliminare ed il dato del mese precedente. Resta quindi su livelli mai visti in quasi tre anni. Un anno fa, il tasso di inflazione era molto più alto, pari al 7%.
Su base mensile invece la crescita dei prezzi è stata di +0,8%, anche in questo caso viene confermata la stima preliminare e il dato del mese precedente.
L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili, è scesa per il nono mese consecutivo al 2,7%, livello più basso da febbraio 2022. La variazione mensile passa a +0,7%, confermando la stima preliminare, rispetto al +1,1% precedente.
Nell’intera Unione europea, l’inflazione è stabile al 2,6% su base annua, mentre su mese si registra un +0,6%.
I dati di oggi confermano che siamo ormai vicinissimi al target BCE, ben lontani dai picchi raggiunti in precedenza. Nelle previsioni economiche della primavera 2024, la Commissione europea ha affermato che l’inflazione è destinata a scendere più rapidamente del previsto e raggiungere il 2,1% nel 2025.
Si avvicina quindi il primo taglio dei tassi BCE, che ci sarà a giugno, come ha dichiarato Isabel Schnabel (comitato esecutivo Bce) in una intervista al quotidiano giapponese Nikkei. Tuttavia, la stessa Schnabel ha avverito che in seguito bisognerà avere cautela, e che c’è incertezza sulle mosse che avverranno in seguito.
Questo scenario ha frenato la corsa dell’euro, che è resta pressoché stabile rispetto al dollaro. Il cambio EURUSD segna 1,086, dopo il massimo di 5 settimane di 1,089 toccato il 15 maggio.
