Per la settima riunione consecutiva, la Reserve Bank of New Zealand ha mantenuto il tasso ufficiale di liquidità (OCR) stabile al 5,5%, il massimo degli ultimi 15 anni.
Si tratta di una decisione che era ampiamente attesa dal mercato, malgrado la chiara discesa dell’inflazione negli ultimi mesi.
Secondo i membri del comitato di politica monetaria, non ci sono ancora le condizioni per abbandonare un approccio restrittivo. Infatti l’inflazione è ancora al 4%, che sebbene sia il livello minimo degli ultimi 3 anni resta ancora al di sopra dell’intervallo obiettivo compreso tra l’1% e il 3%.
Nel frattempo, le pressioni sul mercato del lavoro si sono allentate, con la crescita dei salari e la spesa interna in moderazione. Tuttavia, l’aumento degli affitti delle abitazioni, dei costi assicurativi, delle tariffe comunali e di altri servizi domestici sono stati citati come fattori ricorrenti dell’inflazione.
Secondo la RBNZ l’inflazione tornerà alla fascia obiettivo dell’1-3% nella seconda metà di quest’anno.
Dopo la riunione della banca centrale neozelandese, il cambio si è affacciato anche oltre 0,612, riavvicinandosi ai massimi di due mesi toccati negli ultimi giorni.
Questo è accaduto perché la Reserve Bank ha mantenuto una prospettiva aggressiva sulla politica monetaria, visto che ha alzato le previsioni riguardo al picco dei tassi dal 5,6% al 5,7%, e prevede di effettuare il primo taglio nel terzo trimestre del 2025, più tardi rispetto alla precedente previsione (che era per il secondo trimestre).
Finora il mese di maggio è stato molto positivo per il dollaro “kiwi”, che ha guadagnato circa il 4% rispetto al biglietto verde americano.