La decisione presa dalla banca centrale svizzera innesca un brusco rimbalzo del Franco, che di recente si era avvicinato ai massimi di tre mesi rispetto al dollaro.
Al termine del meeting di politica monetaria di questo mese, la BNS ha deciso di tagliare il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo all’1,25%. si tratta del secondo taglio consecutivo (anche il meeting scorso di 25 pb) in linea con le aspettative del mercato.
In Svizzera la pressione inflazionistica è diminuita, così l’istituto centrale ha aggiustato i costi di finanziamento per mantenere condizioni monetarie adeguate. Secondo la BNS l’inflazione media annua sarà dell’1,3% nel 2024, dell’1,1% nel 2025 e dell’1,0% nel 2026, assumendo che il tasso di riferimento rimanga all’1,25%.
La Banca nazionale prevede una crescita moderata del PIL, pari a circa l’1% nel 2024 e all’1,5% nel 2025, con un leggero aumento della disoccupazione e un normale utilizzo della capacità produttiva.
Come detto, questa mossa della banca centrale ha provocato un brusco calo del franco, che era arrivato ai massimi di marzo contro il dollaro (a seguito delle turbolenze politiche in Europa che avevano innescato la corsa verso le valute rifugio). Il cambio è salito a 0,89, tornando sui livelli di una settimana fa.
Intanto il rendimento dei titoli di stato svizzeri a 10 anni è sceso allo 0,67%, un nuovo minimo da oltre un mese. Finora, a giugno, il rendimento dei titoli a 10 anni in Svizzera è sceso di circa 22 punti base.